Focus Razionale Sulla Natura

Focus Razionale Sulla Natura
Focus Razionale Sulla Natura

Video: Focus Razionale Sulla Natura

Video: Focus Razionale Sulla Natura
Video: Gli studi sulla natura della luce e dei colori dall'antichità alla rivoluzione scientifica 2024, Maggio
Anonim

L'architetto e urbanista italiano Vittorio Gregotti è morto il 15 marzo al 93 ° anno di vita per una polmonite causata dal coronavirus COVID-19. Gregotti e sua moglie, Mariana Mazza, sono stati ricoverati all'ospedale San Giuseppe di Milano all'inizio di marzo.

zoom
zoom

“L'Italia ha perso non solo un architetto, ma anche un saggista, critico, insegnante, editore, polemista, amministratore, che ha creato la storia della nostra cultura. Percepiva l'architettura come una visione del mondo intero e per la vita”, ha detto Stefano Boeri, Presidente della Triennale di Milano, sulla morte di Gregotti.

Vittorio Gregotti nasce a Novara nell'Italia nord-occidentale nel 1927, si laurea al Politecnico di Milano nel 1952, anche se nel 1947 riesce a esercitare a Parigi con i fratelli Perret. Un altro insegnante Gregotti ha chiamato Ernesto Nathan Rogers, uno dei fondatori di BBPR. Dal 1953 al 1968 lavora in collaborazione con Ludovico Meneghetti e Giotto Stoppino e nel 1974 fonda lo studio Gregotti Associati International. Inoltre, Gregotti ha insegnato architettura nelle università di Venezia, Milano e Palermo.

Uno dei fondatori del movimento neorazionalista in architettura, Gregotti ha studiato attentamente l'esperienza non solo degli artisti d'avanguardia dell'Europa occidentale, ma anche sovietici. Nel 1966 formula le sue idee in un saggio-manifesto "Il territorio dell'architettura".

Combattere con la natura o comprenderla, estrarre aspetti dialettici dalla sua unità, organizzare geometricamente o, rompere un giardino, farne una natura ideale, un modello cosmologico migliorato, un paradiso terrestre, una natura favorevole all'uomo essere contrari alla natura selvaggia, o specchio della verità e gentilezza insite in una persona sono interpretazioni che hanno sempre trovato le loro esatte e definite risposte nell'architettura”(traduzione di Anna Vyazemtseva).

Secondo Gregotti, nel progetto è necessario concentrarsi non su un edificio separato, ma su strada, isolato e area, mentre la forma architettonica può essere indipendente dalla funzione. Ha notato che un architetto dovrebbe prestare la massima attenzione agli edifici storici. Il libro è stato pubblicato in cinque edizioni, la più recente nel 2014.

  • zoom
    zoom

    1/4 Teatro Arcimboldi, Milano. 2002 Foto © Dmitry Goncharuk

  • zoom
    zoom

    2/4 Teatro Arcimboldi, Milano. 2002 Foto © Dmitry Goncharuk

  • zoom
    zoom

    3/4 Teatro Arcimboldi, Milano. 2002 Foto © Dmitry Goncharuk

  • zoom
    zoom

    4/4 Teatro Arcimboldi, Milano. 2002 Foto © Dmitry Goncharuk

In totale, Gregotti e il suo studio hanno più di 1.5mila progetti architettonici. Tra i più significativi lo Stadio Olimpico di Barcellona, lo stadio Luigi Ferraris di Genova, la ristrutturazione della zona industriale della Bicocca a nord di Milano con la costruzione del Teatro Arcimboldi e del complesso universitario, il teatro di Aix-en-Provence, il centro culturale di Belém a Lisbona, la Chiesa di San Massimiliano - Un fiasco a Bergamo. Il più controverso dei progetti è il blocco di alloggi sociali ZEN a Palermo, che non è stato completato e ha ricevuto numerose critiche sia dalla critica che dai residenti delle case.

Lo studio di Gregotti ha anche intrapreso una serie di progetti di interni, tra cui navi da crociera, design grafico, ad esempio l'edizione internazionale della rivista Lotus e libri di Electa.

  • zoom
    zoom

    1/3 Edilizia sociale a Cannaregio a Venezia. 1981-2001 Foto © Dmitry Goncharuk

  • zoom
    zoom

    2/3 Edilizia sociale a Cannaregio a Venezia. 1981-2001 Foto © Dmitry Goncharuk

  • zoom
    zoom

    3/3 Edilizia sociale a Cannaregio a Venezia. 1981-2001 Foto © Dmitry Goncharuk

Nel 2001 Vittorio Gregotti è venuto a Mosca, dove ha tenuto una conferenza aperta, e un anno dopo ha partecipato a un concorso per la progettazione di uno dei grattacieli di Moscow City.

Nel 1975, Grigotti ha supervisionato il Proposito del Mulino Stucky della Biennale di Venezia in un enorme granaio abbandonato a Zatter. Ha accettato di diventare il direttore della Sezione di Belle Arti della Biennale del 1976, a condizione che ci fosse una mostra separata dedicata all'architettura. Nel 1978 il maestro è di nuovo direttore della biennale con il motto "L'utopia e la crisi dell'antinatura: le aspirazioni architettoniche in Italia". Tutto ciò ha fatto sì che la Biennale di architettura abbia cominciato ad alternarsi a Venezia con la Biennale di arte contemporanea e da allora ha attirato non meno attenzione. Il primo si svolse nel 1980 sotto la supervisione di Grigotti, che ricoprì di nuovo quattro anni dopo.

Dal 1982 al 1996, Gregotti ha diretto Casabella, rivista per architetti e designer.

“Berlusconi ha comprato la casa editrice Mondadori e il suo manager Costa mi ha licenziato perché sono di sinistra. Da allora ho iniziato a scrivere libri”, ha detto Gregotti. Nel 2000 è stata pubblicata l'opera "Sulle orme del Palladio: le ragioni e la pratica dell'architettura", nel 2004 - "L'architettura del realismo critico", nel 2006 "Autobiografia del XX secolo". L'ultimo libro di Gregotti, The Mastery of an Architect, è stato pubblicato alla fine del 2019.

Le opere teoriche di Gregotti non sono ancora state tradotte in russo, ad eccezione della seconda parte del "Territorio dell'architettura" - "La forma del territorio". La traduzione è stata fatta per la rivista "PROJECT international" nel 2011 dalla storica dell'architettura Anna Vyazemtseva. "È stato il lavoro di traduzione più difficile che abbia mai fatto, grazie al quale ho capito non solo cosa pensavano gli architetti italiani della generazione stellare del modernismo, ma anche come pensavano", dice Vyazemtseva.

Consigliato: